#33- La Sintesi Finale
Stresa, una cittadina che si trova nel nord del Piemonte, deve il suo nome ai Longobardi.
Conosciuta già dai tempi antichi, qui sono stati ambientati molti miti, ma quello che ritengo più significativo è “La Ragazza Fantasma di Stresa”. Non solo nei miti, ma anche nel settore cinematografico questa ridente cittadina risulta essere un ottimo sfondo. Infatti sono state ambientate a Stresa alcune scene del film “La Corrispondenza”, diretto da Giuseppe Tornatore ed uscito nelle sale nel 2006. In una località così ricca si trovano diverse ville e non è difficile pensare che queste siano state usate come scenario anche nella letteratura. Infatti proprio nei pressi di Stresa, è stato ambientato “Villa Tre Pini”, un libro di Marco Polillo, e queste citazioni descrivono il tipico paesaggio che si affaccia sul lago.
Passando alla materialità del luogo, ritengo caratteristiche queste tre cose: il pianoforte, i biscotti chiamati “margheritine” e la fascia di Miss Italia.
Conosciuta già dai tempi antichi, qui sono stati ambientati molti miti, ma quello che ritengo più significativo è “La Ragazza Fantasma di Stresa”. Non solo nei miti, ma anche nel settore cinematografico questa ridente cittadina risulta essere un ottimo sfondo. Infatti sono state ambientate a Stresa alcune scene del film “La Corrispondenza”, diretto da Giuseppe Tornatore ed uscito nelle sale nel 2006. In una località così ricca si trovano diverse ville e non è difficile pensare che queste siano state usate come scenario anche nella letteratura. Infatti proprio nei pressi di Stresa, è stato ambientato “Villa Tre Pini”, un libro di Marco Polillo, e queste citazioni descrivono il tipico paesaggio che si affaccia sul lago.
Passando alla materialità del luogo, ritengo caratteristiche queste tre cose: il pianoforte, i biscotti chiamati “margheritine” e la fascia di Miss Italia.
In particolare mi vorrei soffermare sul pianoforte, che per me identifica questo luogo con un ricordo legato ai concorsi musicali.
Sicuramente le prime parole che vengono in mente sono le più classiche: da musica ad Effetto Mozart. Ed anche una prima mappa concettuale conterrà i concetti più comuni.
Da qui in poi sarà curioso scoprire come quest’oggetto viene declinato e ritrovato negli ambiti più svariati.
Innanzitutto ecco un mini-dizionario in cui poter trovare la traduzione della parola “pianoforte” in diverse lingue e i verbi più comunemente associati ad esso.
Come ogni oggetto, anche questo strumento è figlio di un inventore, in particolare parliamo di Bartolomeo Cristofori e la storia afferma che il cittadino padovano lo brevettò verso la fine del XVII secolo. Quindi anche il pianoforte è presente nell’archivio dei brevetti e la piattaforma Google Patents permette di visualizzarli.
Ma quali sono le componenti di un pianoforte? La parte meccanica più complicata è quella dei martelletti che agiscono sulla corda attraverso l’abbassamento del tasto e permettono la produzione del suono. Fondamentali nella costruzione sono anche i materiali usati per ogni pezzo: sin dalla sua antichità è usato il legno per la maggior parte delle componenti. Questo garantisce un’ottima resa sonora.
Se si è interessati a vedere un pianoforte in ogni sua componente, è possibile visitare, almeno intellettualmente, questo museo!
Per un pianista è importante che la sala in cui dovrà suonare abbia una buona acustica. Il suono è un’onda creata da una vibrazione e il luogo deve essere tale che ogni ascoltatore possa cogliere tutte le melodie.
Quando si pensa al pianoforte, viene naturale pensare a quello orizzontale, anche detto “a Coda”, perché più frequentemente presente sui palchi dei concerti. In realtà esistono diversi tipi di pianoforti, classificabili sia in base alla coda (orizzontali e verticali), sia in base alla meccanica presente all’interno.
Di solito questo strumento, non di piccole dimensioni, viene visto nei salotti delle case, come nella mia, ma al giorno d’oggi potrebbe anche essere posizionato in cucina!
Se vedere il pianoforte con i piani ad induzione per cucinare ci lascia a bocca aperta, cosa diremo del nuovo Spirio, il pianoforte “che suona da solo”?
Anche se non ce ne accorgiamo, in realtà il pianoforte è presente in molte discipline con cui tutti i giorni siamo a contatto naturalmente. Per esempio quante volte nei film vediamo una scena in cui un pianista suona? E se non siamo al cinema, magari stiamo ascoltando una canzone o stiamo leggendo un romanzo piuttosto che una poesia. E per gli appassionati d’arte, ecco il quadro di Renoir in cui ritroviamo di nuovo lo strumento. Potrebbe sembrare strano ma anche nei fumetti molte storie includono la presenza del pianoforte. Non meno importanti sono i francobolli, spesso commemorativi di premi o artisti.
Qual è il modo migliore per rivolgersi ad un pianista? Spiazzandolo con questo proverbio tanto semplice quanto non molto noto.
Da un punto di vista più astratto, il pianoforte risulta, da studi, un simbolo importante nei sogni. Significato che assume anche nella smorfia napoletana: il numero 14 indica il pianoforte nei sogni. Pensando allo strumento, però, è facile che molti altri numeri vengano in mente. Per esempio 88 è il numero totale dei tasti, e così via.
Chiunque si sia imbattuto, anche sono per pochi anni, nello studio del pianoforte, si sarà sicuramente imbattuto nei grandi classici come Mozart, Bach e molti altri. Perché non raccontare anche la storia di Elton John? Infatti il “Principe del pianoforte” si è reso protagonista dello strumento nell’epoca dei giorni nostri.
Voglio concludere questo viaggio dentro l’oggetto lasciando un abbecedario in cui mostro come ogni lettera abbia, in qualche modo, a che fare con il mio pianoforte.
Sicuramente le prime parole che vengono in mente sono le più classiche: da musica ad Effetto Mozart. Ed anche una prima mappa concettuale conterrà i concetti più comuni.
Da qui in poi sarà curioso scoprire come quest’oggetto viene declinato e ritrovato negli ambiti più svariati.
Innanzitutto ecco un mini-dizionario in cui poter trovare la traduzione della parola “pianoforte” in diverse lingue e i verbi più comunemente associati ad esso.
Come ogni oggetto, anche questo strumento è figlio di un inventore, in particolare parliamo di Bartolomeo Cristofori e la storia afferma che il cittadino padovano lo brevettò verso la fine del XVII secolo. Quindi anche il pianoforte è presente nell’archivio dei brevetti e la piattaforma Google Patents permette di visualizzarli.
Ma quali sono le componenti di un pianoforte? La parte meccanica più complicata è quella dei martelletti che agiscono sulla corda attraverso l’abbassamento del tasto e permettono la produzione del suono. Fondamentali nella costruzione sono anche i materiali usati per ogni pezzo: sin dalla sua antichità è usato il legno per la maggior parte delle componenti. Questo garantisce un’ottima resa sonora.
Se si è interessati a vedere un pianoforte in ogni sua componente, è possibile visitare, almeno intellettualmente, questo museo!
Per un pianista è importante che la sala in cui dovrà suonare abbia una buona acustica. Il suono è un’onda creata da una vibrazione e il luogo deve essere tale che ogni ascoltatore possa cogliere tutte le melodie.
Quando si pensa al pianoforte, viene naturale pensare a quello orizzontale, anche detto “a Coda”, perché più frequentemente presente sui palchi dei concerti. In realtà esistono diversi tipi di pianoforti, classificabili sia in base alla coda (orizzontali e verticali), sia in base alla meccanica presente all’interno.
Di solito questo strumento, non di piccole dimensioni, viene visto nei salotti delle case, come nella mia, ma al giorno d’oggi potrebbe anche essere posizionato in cucina!
Se vedere il pianoforte con i piani ad induzione per cucinare ci lascia a bocca aperta, cosa diremo del nuovo Spirio, il pianoforte “che suona da solo”?
Anche se non ce ne accorgiamo, in realtà il pianoforte è presente in molte discipline con cui tutti i giorni siamo a contatto naturalmente. Per esempio quante volte nei film vediamo una scena in cui un pianista suona? E se non siamo al cinema, magari stiamo ascoltando una canzone o stiamo leggendo un romanzo piuttosto che una poesia. E per gli appassionati d’arte, ecco il quadro di Renoir in cui ritroviamo di nuovo lo strumento. Potrebbe sembrare strano ma anche nei fumetti molte storie includono la presenza del pianoforte. Non meno importanti sono i francobolli, spesso commemorativi di premi o artisti.
Qual è il modo migliore per rivolgersi ad un pianista? Spiazzandolo con questo proverbio tanto semplice quanto non molto noto.
Da un punto di vista più astratto, il pianoforte risulta, da studi, un simbolo importante nei sogni. Significato che assume anche nella smorfia napoletana: il numero 14 indica il pianoforte nei sogni. Pensando allo strumento, però, è facile che molti altri numeri vengano in mente. Per esempio 88 è il numero totale dei tasti, e così via.
Chiunque si sia imbattuto, anche sono per pochi anni, nello studio del pianoforte, si sarà sicuramente imbattuto nei grandi classici come Mozart, Bach e molti altri. Perché non raccontare anche la storia di Elton John? Infatti il “Principe del pianoforte” si è reso protagonista dello strumento nell’epoca dei giorni nostri.
Voglio concludere questo viaggio dentro l’oggetto lasciando un abbecedario in cui mostro come ogni lettera abbia, in qualche modo, a che fare con il mio pianoforte.
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