#12- I Materiali della Cosa
Anticamente il pianoforte era quasi interamente costituito da parti in legno.
Intorno alla metà del 1800 si iniziarono ad usare strutture metalliche di supporto. Queste, inoltre, portarono ad un incremento della sonorità grazie alla maggiore tensione delle corde e all’aumentare della grandezza delle casse armoniche.
La struttura in legno pesava circa 200 kg, fu sostituita da quella in ferro (400 kg) ed infine da quella in ghisa con un peso di circa 600 kg.
La cassa e la tavola armonica sono solitamente costruite in legno di abete e di pioppo.
Il somiere, la parte sulla quale appoggiano i piruli (usati per allentare le corde) è costituita da legno di faggio.
La tastiera appoggia su una base di legno di abete e i tasti sono in avorio ed ebano, per i pianoforti più pregiati, oppure in galatite (sostanza di consistenza cornea ottenuta dalla caseina, una proteina del latte) per quelli più comuni.
I martelletti sono anch’essi di legno ricoperti da feltrini ed è presente un panno in feltro per attutire il suono.
Le corde sono in lega di acciaio, ricoperte da rame se si riferiscono a suoni gravi. I pedali sono di ottone.
Nel libro “Storia del pianoforte. Lo strumento, la musica, gli interpreti”, Piero Rattalino narra la storia del pianoforte sin dalle sue origini. Il pianoforte, inizialmente, non era uno strumento apprezzato, contrariamente ai giorni d’oggi.
Divenuto un classico della storiografia musicale, è un’analisi della letteratura pianistica con descrizioni di stili e di tecniche di composizione.
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